di Luciano Vecchi*
L’offerta di spazi per la rigenerazione urbana è in un qualche modo legata all’emergere di una domanda di qualità sociale e di nuove forme di riappropriazione, fra le quali quelle del riuso temporaneo. Dal quadro regionale delle esperienze in corso (ne sono state segnalate 55), si possono ricavare in questa fase alcune indicazioni seppur parziali, ma significative del ruolo e delle prospettive delle pratiche di riuso temporaneo nel sostegno e nella composizione dei processi di rigenerazione.
Ci si riferisce in estrema sintesi: a) al graduale passaggio da una fase di primogenitura e colonizzazione spontanea sul generico fare, ad una più organizzata e volta al produrre; b) alle differenti tipologie e strutture delle esperienze che presuppongono diversi ruoli e finalità nel contesto urbano, oltre che nel sistema delle relazioni spaziali e funzionali: quelle più puntuali e diffuse, dove assume importanza il rapporto coi luoghi e coi processi di micro-rigenerazione; quelle più strutturali (legate per es. alla dismissioni produttive) che tendono alla formazione di aggregazioni e polarità, attribuendo valore alla prossimità; infine quelle più complesse, fondate sulla relazioni fra livelli bottom-up e top-down e a inedite forma di cooperazione; c) al carattere esplorativo: contemplando l’idea di poter cogliere il senso e di trasmettere la presenza con nuove funzioni e immagini, dei luoghi derelitti e abbandonati; d) all’uso del progetto di minima, col quale affrontare la rifunzionalizzazione dell’esistente, con modalità incrementali in cui il nuovo spazio procede sulla verifica degli spazi attivati; e) all’operatività, in termini di capacità di adattamento spaziale, adeguamento normativo (limitato alla manutenzione e all’allestimento come categoria unificante), innovazione gestionale e making.
Da queste premesse, si tratta da un lato di cogliere le opportunità delle differenze e trasformarle in esemplarità possibili e, dall’altro, di porre attenzione sulle pratiche di riuso temporaneo e riciclo con la necessità di un’idea inclusiva e sostenibile di città.
La costituzione dell’HUB è in un qualche modo funzionale all’obiettivo di messa a sistema di pratiche e politiche per la rigenerazione urbana, proponendosi come strumento plurivalente finalizzato: a) alla ricognizione e alla selezione delle esperienze in corso, dalle quali trarre indicazioni per circoscrivere le opportunità d’intervento e per facilitare i casi di clustering; b) all’apporto per il decollo delle iniziative e alla verifica in corso d’opera, ponendo attenzione alla definizione dell’insieme delle condizioni utili all’avvio e al consolidamento delle pratiche; c) all’interfaccia, come spazio comune coi servizi regionali e le strutture esterne pubbliche e private, in merito al confronto e al coinvolgimento sui temi generali e settoriali del riuso temporaneo e in genere del patrimonio dismesso e alla produzione di appositi Lineamenti operativi; d) alla costituzione di sito web dedicato, al supporto ideativo e organizzativo per iniziative pubbliche, specialistiche e all’attività di formazione e aggiornamento dei soggetti a vario titolo coinvolti nei processi di riuso temporaneo; e) alla verifica delle esperienza connesse ad accordi operativi della Legge Regionale n. 24/17 Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio, anche al fine della promozione di una eventuale provvedimento sul patrimonio dismesso. In particolare gli articoli 15 (Albo degli immobili) e 16 (Riuso temporaneo) del Capo II della legge n. 24/17, intendono incentivare la rigenerazione urbana per finalità di scopo, privilegiando gli interventi compresi nella categoria funzionale (art. 7) dell’addensamento e sostituzione urbana realizzabili con accordi operativi e strumenti attuativi. Esso rientra nelle disposizioni del regolamento edilizio (manutenzione e adeguamento funzionale, sicurezza), demandando al Consiglio Comunale l’approvazione della convenzione fra l’amministrazione comunale e soggetti proprietari e gestori degli spazi. Pertanto in ordine a questo inquadramento legislativo peraltro molto scarno, l’HUB può fungere da filtro fra il livello istituzionale e il livello sociale differenziato, dando continuità al confronto.
*Servizio Qualità urbana e politiche abitative Regione Emilia-Romagna luciano.vecchi@regione.emilia-romagna.it