Linee scientifiche fondamentali dell’Associazione elaborate dal Comitato scientifico
Linee di indirizzo del Comitato scientifico di Urban@it
Triennio 2024-2026
A cura della Presidenza del Comitato Scientifico e della Presidenza di Urban@it
In che fase siamo della vita di Urban@it
Nel testo “Linee di indirizzo del Comitato scientifico per il futuro di Urban@it nella transizione urbana, green e digitale”, elaborato nel 2021 a cura della precedente Presidente del Comitato Scientifico Camilla Perrone, si descriveva nel modo seguente l’identità del Centro:
«Urban@it nasce nel dicembre del 2014 come Centro di Studi per le Politiche Urbane. Si pone l’obiettivo di costruire e consolidare un rapporto di reciproca alimentazione tra ricerca, istituzioni, mondo produttivo e cittadinanza attiva, attorno al tema delle politiche urbane. Per natura e missione, si confronta con le condizioni politiche, sociali ed economiche del contesto cercando di interpretare e sostenere il mutamento delle esigenze delle città e delle pubbliche amministrazioni. In sintesi, Urban@it aspira, sin dal momento della sua fondazione, a qualificarsi come think tank per l’innovazione nelle politiche pubbliche».
Durante il triennio appena concluso, caratterizzato dagli effetti pervasivi della pandemia e dei suoi effetti sulle agende di ricerca ma anche sull’azione dei policy maker, Urban@it ha cercato di interpretare coerentemente il proprio ruolo di soggetto attivo della discussione pubblica sulle politiche urbane in Italia e nel quadro del contesto europeo.
A distanza di quasi dieci anni dalla sua costituzione, possiamo sicuramente dire che Urban@it è un soggetto che sta in campo, con autorevolezza, sui diversi temi delle politiche urbane, anche se la sua oggettiva influenza nel disegno e nella attuazione di politiche urbane innovative non si è mai pienamente dispiegata.
La doppia natura di Urban@it, insieme think tank che vorrebbe agire a ridosso delle politiche e anche della politica, ma che mantiene un profilo di centro studi in grado di alimentarsi di competenze interdisciplinari collocate in diversi Atenei italiani (l’invisibile college di cui talora abbiamo parlato), rappresenta sicuramente un tratto originale del Centro, ma sconta da una parte alcuni problemi operativi; dall’altra una forte difficoltà, che non riguarda certamente solo Urban@it, a collocarsi efficacemente e in modo trasparente nei processi di policy making.
Partire dall’analisi dei punti di forza e delle criticità
Per capire in che modo ed entro quali limiti Urban@it può svolgere efficacemente il proprio ruolo è necessario comprendere che le vicende del Centro si collocano in una fase di difficoltà e di ambiguità nell’interpretazione del ruolo delle università, e più in generale dei saperi esperti, rispetto alle dinamiche della politica e delle politiche. La stessa interpretazione plurale dei concetti di terza missione e di civic engagement mostra che il rapporto tra un soggetto come Urban@it e il campo dei decisori pubblici e degli altri attori delle politiche urbane deve essere costantemente reinventato e insieme presidiato, nella consapevolezza dei nostri punti di forza e dei nostri limiti.
Inoltre, non possiamo sottacere che il nostro Paese vive una fase di estrema difficoltà per una prospettiva di costruzione di una efficace agenda urbana nazionale. Nonostante la centralità del tema delle città nella discussione pubblica, manca del tutto un chiaro orientamento nazionale sulle priorità per un’agenda urbana che possa affrontare le criticità ambientali, economiche e sociali delle nostre città. Questa condizione di debolezza di una politica nazionale delle e per le città si manifesta sia nelle scelte dei governi, sia nella debolezza degli strumenti istituzionali, a partire dal Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane. Da questo punto di vista, come ha mostrato efficacemente anche il nostro ultimo IX Rapporto, il PNRR rischia di essere un’occasione perduta.
Questa debolezza delle politiche nazionali e regionali si accompagna ad una crescente difficoltà di garantire, attraverso i comuni e le città metropolitane, un governo efficace dei processi e delle criticità, anche in presenza di una diminuzione costante delle risorse finanziarie, di personale, di strumenti e di competenze di cui i governi locali possono disporre, in un contesto ormai pluridecennale di impoverimento degli strumenti e della cultura dell’azione pubblica.
In questo quadro difficile dobbiamo essere coscienti dell’importanza, ma anche degli oggettivi limiti, dell’azione del nostro Centro, che sarà tanto più efficace nella sua azione quanto più saprà riconoscere innanzitutto i propri punti di forza e di debolezza.
Tra i punti di forza Urban@it può mettere in campo una pluralità di competenze di alto livello, in molti (ma non in tutti) gli ambiti rilevanti per l’analisi e la proposta operativa nel campo delle politiche urbane; relazioni di rete significative a livello nazionale con attori rilevanti (per esempio ASVIS e in prospettiva l’Alleanza per le Transizioni Giuste, ma anche attori chiave come ANCI e soggetti interessati ad aprire un dialogo con noi come l’Associazione Italiana di Diritto Urbanistico) e locale (in alcuni casi, come Bologna o la Regione Puglia, estremamente significative); una consolidata presenza nella discussione pubblica attraverso l’operazione di costruzione e presentazione dei Rapporti annuali. Un punto di forza potenziale dell’associazione è certamente connesso inoltre all’opportunità di ampliare la rete delle competenze e delle relazioni, non soltanto aggregando altre Università, ma soprattutto estendendo la collaborazione, dentro le Università associate, a nuovi colleghi e altre aree disciplinari
Tra i punti di debolezza, le oggettive difficoltà nell’articolazione delle attività, dettate anche dal sovraccarico di impegni di molte e molti tra le colleghe e i colleghi più attive/i che operano nel Centro; la costante criticità nell’assunzione di un riconoscibile ruolo nazionale nell’interlocuzione con la politica e nel contesto del disegno e dell’attuazione delle politiche urbane; una capacità di comunicazione dei risultati raggiunti che potrebbe essere rafforzata; una organizzazione interna delle attività, strutturate per gruppi di lavoro oggi in larga parte inattivi. Inoltre, un rischio che Urban@it corre costantemente è che la partecipazione alla vita dell’associazione sia vissuta “a titolo personale”, mentre l’intenzione originaria nell’associare gli Atenei era quella di favorire la più ampia e libera partecipazione.
Su queste criticità, che riguardano la governance di Urban@it nel suo complesso, è fondamentale un’azione congiunta della Presidenza e della Direzione, di concerto con il Comitato Scientifico.
Appare inoltre fondamentale riconoscere che le condizioni di contesto sono cambiate, a partire dall’insediamento di un nuovo Governo che non sembra avere particolarmente a cuore i temi che Urban@it ha proposto all’attenzione negli ultimi anni e che non sembra affatto intenzionato a perseguire la strada della costruzione di un’agenda urbana nazionale.
In questo quadro non si tratta probabilmente di inseguire in modo velleitario un ruolo chiave nel disegno delle politiche, quanto di fornire una sponda esperta alle buone pratiche e alle innovazioni locali in corso di sperimentazione in molte città e territori.
D’altra parte, a valle di una pandemia che appare insieme molto lontana e ancora incombente in alcuni effetti strutturali e simbolici sulle aree urbane e in relazione al complesso processo di attuazione del PNRR e più in generale, a scala europea, del programma Next Generation EU, la centralità della dimensione urbana dei problemi del Paese e dell’Europa appare evidente.
Per questa ragione, si tratta di abitare in modo concreto ma anche coraggioso questa nuova situazione, cercando di contribuire, entro i nostri limiti di cui dobbiamo essere consapevoli, a tenere viva una discussione pubblica e informata sui temi centrali del governo e del destino delle nostre città.
Urban@it tra usable knowledge e critical thinking
Nell’ambito delle attività e delle iniziative di Urban@it hanno sempre convissuto in modo fertile due atteggiamenti culturali e civili. Da una parte, il Centro ha svolto e svolge un ruolo critico, evidenziando problemi e contraddizioni nell’azione pubblica e nell’interazione tra gli attori delle politiche urbane. Questa postura critica ma sempre informata e basata su analisi serie ed evidenze pubbliche, che è stata ad esempio centrale nel ruolo svolto da Urban@it rispetto all’impostazione e all’attuazione del PNRR, dovrebbe essere certamente consolidata e allargata.
Urban@it, d’altra parte, ha sempre avuto l’ambizione di produrre conoscenze utilizzabili da parte degli attori delle politiche, istituzionali e non. Per questa ragione, la prossimità ai processi di policy e all’attività operativa dei policy maker è fondamentale per offrire un contributo non astratto e velleitario alla discussione, capace di migliorare i processi di disegno e di attuazione sia a scala nazionale che a scala locale.
Per queste ragioni, sembra importante condividere la natura fertile di questa doppia postura, che può articolarsi diversamente nelle varie attività e anche nello stesso percorso di ricerca.
Ciò significa, nell’approssimarsi del decennale del Centro, assumere radicalmente che Urban@it non è una società scientifica, ma una rete accademica fortemente orientata alle politiche, al loro concreto farsi, sia in una prospettiva critica, sia a partire dall’elaborazione di proposte concrete, fattibili e operabili rivolte agli attori del campo variegato delle politiche urbane.
La doppia postura, più centrata sulla produzione di usable knowledge o più orientata a produrre critical thinking, caratterizza anche i due prodotti editoriali che stiamo consolidando: la collana dei WP (più prossima al contributo operativo) e la rivista Urbana (maggiormente indirizzata ad esprimere anche posizioni generali e critiche).
Un’agenda di temi: questione ecologica e giustizia spaziale
L’analisi retrospettiva dei temi e dei contributi dei nove Rapporti annuali pubblicati evidenzia da una parte la centralità dei temi urbani nella lettura dei processi di sviluppo e crisi nel nostro Paese e nel quadro europeo, e dall’altra parte la radicale insufficienza del quadro strategico e dei dispositivi introdotti a livello nazionale, regionale e locale.
In termini molto generali si potrebbe affermare che la questione urbana, in Italia e in Europa, si gioca oggi sul crinale difficile tra l’urgenza inedita di una questione ecologica, strettamente connessa alle conseguenze del cambiamento climatico e di un modello di sviluppo dissipativo di risorse finite e non riproducibili, che assume tratti drammatici mai sperimentati prima, e il crescente aumento delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali, tra i territori ed entro i territori, tra le aree urbane e al loro interno.
Le politiche urbane sono dunque chiamate a lavorare sulla difficile coesistenza tra gli obiettivi della transizione ecologica e quelli della redistribuzione di risorse sociali e spaziali per ridurre le disuguaglianze tra persone, gruppi sociali e territori.
Per questa ragione, Urban@it dovrebbe essere in grado di offrire un campo di riflessioni critiche, ma anche proposte concrete, per la costruzione di agende, programmi, politiche e progetti che siano in grado di irrobustire la prospettiva di un’azione pubblica che tenga insieme questa coppia di obiettivi di fondo, non sempre così facilmente conciliabili.
L’attenzione di Urban@it alla struttura, ai dispositivi, agli attori delle politiche urbane, con una particolare enfasi sui processi concreti di attuazione e sulla valutazione di efficacia, diventa dunque condizione essenziale per dare forza ad una prospettiva come quella a cui si è alluso. Anche lo studio e la proposta sul ruolo possibile delle università come attori urbani vanno in questa direzione.
Una prospettiva internazionale: Urban@eu
L’agenda di temi di Urban@it non è certamente caratterizzante solo il nostro paese. Essa riguarda l’insieme dei paesi dell’Unione Europea, le cui città, in forme e secondo declinazioni diverse, stanno tuttavia vivendo processi analoghi di crisi ecologica e di progressiva divaricazione sociale.
In questo quadro la ripresa del progetto Urban@eu, oggi in capo a Camilla Perrone e Valeria Fedeli, deve essere ripreso e rilanciato, in una prospettiva realistica, che sia in grado di contribuire anche alla raccolta delle necessarie risorse.
Su questo tema l’intenzione della Presidenza del Comitato Scientifico è di delegare a Camilla Perrone e a Valeria Fedeli la responsabilità di un vero e proprio “progetto speciale”, che potrà concretizzarsi nei prossimi mesi.
Come organizzare l’attività scientifica: principi
L’attività scientifica di Urban@it si struttura intorno a quattro tipologie di pratiche:
- la costruzione, redazione, pubblicazione e presentazione del Rapporto annuale;
- le attività su temi specifici promosse da gruppi di lavoro (quali ad esempio l’Osservatorio PNRR e Urban@eu);
- le attività di ricerca finanziata;
- le iniziative di carattere culturale e di discussione
Per garantire efficacia e continuità all’attività di Urban@it su tutti questi fronti è indispensabile assumere un atteggiamento selettivo (meglio promuovere poche cose, ma ben fatte ed efficaci) e realistico (è inutile, dato anche il numero limitato di persone che impegnano una quota rilevante del loro tempo nel Centro, disperdere energie nella ideazione di progetti troppo ambiziosi, che poi non siamo in grado di realizzare).
Accanto a questi principi è importante aggiungere che le iniziative dovrebbero essere in grado di autofinanziarsi, utilizzando risorse che eccedono quelle delle quote sociali o del contributo, che peraltro non è garantito per sempre, offerto da Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino alla pubblicazione del Rapporto.
Per rafforzare l’efficacia della nostra azione potrebbero essere adottate le seguenti linee di indirizzo:
- consolidare la capacità di coinvolgimento di risorse, innanzitutto umane e di competenze, provenienti dalle università associate al Centro, che potrebbero essere interessate a condividere alcuni percorsi specifici. Ciò significa alimentare la visibilità di Urban@it innanzitutto all’interno degli atenei che sono soci del Centro;
- riorganizzare e semplificare, su indicazione della Presidenza e della Direzione, la struttura interna dei gruppi di lavoro, che dovrebbero essere connessi o alla collaborazione concreta tra Urban@it e altri soggetti (come è il caso dei gruppi di ASVIS e dell’Alleanza per le Transizioni Giuste, come potrebbe essere per la ripresa di un dialogo con ANCI), oppure a specifiche e concrete iniziative di discussione o di ricerca. Appare essenziale connettere la costituzione di gruppi di lavoro non solo a temi, ma anche a concreti prodotti ed esiti dell’attività di ricerca (incontri es seminari, pubblicazioni e produzione di documenti, ..) a partire dall’identificazione di un ruolo di coordinamento e di un gruppo aperto, possibilmente, a una rete di colleghe e colleghi più ampia di quella che attualmente definisce il perimetro del network permanente del Centro;
- rafforzare le attività di ricerca che sono in grado di produrre risorse finanziarie per l’Associazione, anche sul fronte della formazione per le pubbliche Amministrazioni, attraverso l’esplorazione di possibili canali di finanziamento competitivo, ma anche lo sviluppo di relazioni con i nostri partner e interlocutori;
- sviluppare ulteriormente le forme di comunicazione e disseminazione delle attività di Urban@it, soprattutto nei confronti degli stakeholders (istituzionali e non solo) delle politiche pubbliche. In questo contesto, nei prossimi mesi sarà necessario riflettere sulle sinergie e gli equilibri tra le attività di progettazione, redazione e presentazione del Rapporto, con i suoi background papers, la collana di WP, e la rivista Urbana, il cui gruppo operativo va consolidato;
- sviluppare nuove partnership strategiche, oltre a quella già consolidata con ASVIS. In questo senso va intesa l’adesione all’Alleanza per le Transizioni Giuste, così come fondamentale è riallacciare un rapporto strutturato con ANCI, mettendo a valore le relazioni già sviluppate da Camilla Perrone e sviluppare anche nuove relazioni con soggetti interessati a collaborare quali l’Associazione Italiana di Diritto Urbanistico;
- riflettere sulle possibili sinergie e alleanze tra le attività di ricerca promosse dalle università socie del Centro e Urban@it.
In questo contesto appare fondamentale assumere una decisione condivisa, che tenga conto anche dei vincoli di bilancio, sul formato della pubblicazione annuale, che costituisce ad oggi uno strumento centrale della socializzazione delle conoscenze prodotte nell’ambito di Urban@it.
Tutte queste proposte devono essere discusse e condivise con l’Ufficio di Presidenza, la Direzione e il Comitato Direttivo.
Prime ipotesi per un programma di lavoro
L’attività scientifica del Centro potrebbe strutturarsi intorno ai quattro filoni precedentemente indicati.
Per quanto riguarda il Rapporto annuale, oltre alla selezione dei temi è fondamentale curare il processo di costruzione, che può essere occasione di interlocuzioni utili con attori delle politiche urbane, e di diffusione degli esiti, soprattutto nei confronti dei policy maker con i quali abbiamo interlocuzioni significative a livello nazionale. Il Rapporto è ad oggi il principale strumento del Centro: per questa ragione anche il suo processo di curatela, produzione e diffusione va ulteriormente affinato. Inoltre, in alcuni casi un esito del processo potrebbe essere quello di elaborare documenti brevi, dalla forte valenza politico-culturale, come abbiamo immaginato di fare a valle dell’VIII Rapporto annuale “Mobilità e città”, sul quale possiamo chiedere un ulteriore impegno ai curatori.
Per quanto riguarda le attività di gruppi di lavoro, esse devono essere costruite a partire da proposte concrete, presentate da gruppi e università che si facciano carico anche di reperire le risorse necessarie per lo sviluppo dell’attività proposta. Non si tratta tanto di coprire innumerevoli ambiti di lavoro, che poi non riusciamo concretamente a seguire, quanto di selezionare poche attività sulle quali c’è un effettivo interesse da parte di vere e propri “imprenditori della ricerca”, che sono in grado di intrecciare i propri percorsi e quelli di Urban@it. Sulla struttura e sull’organizzazione dei gruppi di lavoro la Presidenza del centro, di concerto con la Direzione e con la Presidenza del Comitato scientifico si impegna a presentare a breve un documento che chiarisca le modalità di riorganizzazione dei gruppi di lavoro.
Alcuni “progetti speciali” (Urban@eu; Osservatorio PNRR) devono essere chiaramente presidiati da responsabili che si facciano carico di alimentarli, anche attraverso la ricerca di risorse aggiuntive rispetto a quelle oggi disponibili. Per quanto riguarda Urban@eu la responsabilità è affidata a Camilla Perrone e Valeria Fedeli; per quanto riguarda i temi legati al PNRR dobbiamo immaginare una modalità efficace di valorizzazione dei lavori che stanno continuando a svilupparsi sul tema, tra i quali anche la proposta presentata da alcuni colleghi di IUAV e altre università per l’XI rapporto.
Sul fronte delle alleanze istituzionali, definite le responsabilità di Simone Ombuen nell’ambito della collaborazione con ASVIS e di Giovanni Laino come referente di Urban@it nell’ambito dell’Alleanza per le transizioni giuste, la Presidenza del centro, in collaborazione con la Presidenza del Comitato Scientifico, si farà carico di organizzare incontri con ANCI e con l’Associazione di Diritto Urbanistico, coinvolgendo i colleghi che hanno sollecitato lo sviluppo di queste relazioni.
Infine, è importante immaginare, sia in relazione alla restituzione di ricerche finanziate (come è stato in relazione all’incarico “Puglia regione universitaria”), sia in relazione a temi di grande rilievo pubblico (si pensi al decennale dell’istituzione delle Città Metropolitane a valle dell’approvazione della Legge Delrio) a pochi eventi di carattere pubblico, che vanno preparati e pubblicizzati con molta cura per massimizzarne l’impatto.
Un ultimo tema riguarda l’impostazione delle attività per il decennale di Urban@it, sulle quali dobbiamo cominciare a riflettere e a programmare. Per il decennale potrebbe essere utile anche immaginare un testo di posizionamento di Urban@it sul tema delle politiche urbane a livello nazionale, sul quale sollecitare una interlocuzione con diversi stakeholder, cercando in tal modo di alimentare in questa fase difficile il dibattito pubblico.
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