di Edoardo Zanchini*
Aumenta il numero di persone che ogni giorno in Italia prende treni regionali e metropolitani. Sono circa 5,6 milioni, con un aumento di quasi l’8% dal 2012. In particolare sono 2 milioni e 874 mila coloro che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale e 2 milioni e 716 mila quelli che prendono ogni giorno le metropolitane, presenti in 7 città italiane, in larga parte pendolari. Sono entrambi in aumento, come coloro che ogni giorno prendono i treni ad alta velocità.
A raccontare questa realtà è il rapporto Pendolaria di Legambiente, che dal 2008 analizza ogni anno la situazione del trasporto ferroviario in Italia, attraverso numeri, analisi e storie che permettono di capire i risultati delle politiche di investimento messe in atto e di raccontare i processi di innovazione che stanno avvenendo nelle diverse regioni italiane.
Il trasporto ferroviario è infatti un po’ lo specchio del Paese e delle sue contraddizioni. Ad esempio la crescita del numero dei passeggeri nasconde differenze rilevanti tra le diverse Regioni e tra i diversi gestori. Tra Firenze e Bologna, per esempio, l’offerta di treni non ha paragoni al mondo, con 162 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 152 lo scorso anno, 142 due anni fa, mentre erano solo 18 gli Eurostar nel 2002); altrove viaggiano sempre meno treni con vecchie carrozze diesel. In due delle linee pendolari più frequentate, come la Roma-Lido di Ostia e la Circumvesuviana, quasi sessanta mila persone hanno rinunciato ogni giorno a prendere il treno per via dei tagli e del degrado del servizio.
La ragione di queste differenze è nel taglio dei finanziamenti statali (con una diminuzione tra il 2009 e il 2018 pari a -20,4%) e nella diversa attenzione politica che hanno avuto le diverse Regioni, con una divaricazione tra chi ha deciso di non ridurre il servizio, investendo risorse dal proprio bilancio, e chi ha operato tagli e aumento delle tariffe.
La situazione è quella di un Paese spaccato a metà, con 9 Regioni e le due Province autonome in cui dal 2011 i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Cresce il numero di persone che prende il treno in Lombardia (che ha il record di 750mila persone ogni giorno sui treni), è triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila in Puglia. Analoghi i successi della metropolitana a Milano (con più passeggeri delle altre 6 città italiane dotate di metro), dei tram a Firenze e a Bergamo.
Molto diversa la situazione del Piemonte dove a causa delle linee soppresse i passeggeri sono calati del 4,4% mentre è drammatica in particolare la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi) in una regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari, e in Campania dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni). Drammatica è in particolare la situazione al Sud, dove sono avvenuti i tagli maggiori a un servizio che già partiva svantaggiato, visto che tra tutte le Regioni del Mezzogiorno circolano ogni giorno meno treni che nella sola Lombardia.
Nel rapporto e sul sito http://pendolaria.it/ sono raccontate anche tante storie di successo da Bolzano a Palermo, che confermano come ovunque siano arrivati nuovi treni, sia stato migliorato il servizio e il numero dei passeggeri sia cresciuto in modo esponenziale.
Il rapporto è stata anche l’occasione per fare il punto su governo Conte in questo campo. Come poche volte in passato, i pendolari sono stati al centro dell’attenzione del Ministro delle Infrastrutture e degli annunci, ma fino ad oggi vi sono state poche misure, alcune positive nella legge di bilancio con interventi nelle città e sulla rete ferroviaria. Il vero limite dell’azione di governo fino ad oggi è infatti che non si è capito quale idea si vuole portare avanti per il rilancio dell’offerta per i pendolari e per il trasporto pubblico locale, mentre tutta l’attenzione continua ad essere sulle analisi costi benefici delle grandi opere.
*Vicepresidente Legambiente e.zanchini@legambiente.it