I Curatori (Nadia Caruso, Carlo Cellamare, Cristina Mattiucci) invitano tutti i componenti della rete di Urban@it a contribuire alla riflessione sui temi dell’XI Rapporto sulle Città – che ha come tema le politiche del/per l’abitare – inviando un breve testo di massimo 2000 caratteri (esclusa bibliografia), relativo a una delle tematiche che sono qui di seguito descritte, con alcune specificazioni di postura indirizzate dalla curatela. Tali specificazioni non esauriscono le declinazioni delle tematiche, ma identificano il taglio del Rapporto.

I contributi devono pervenire entro il 30 settembre 2024, all’indirizzo della segreteria di urbanit: segreteria@urbanit.it

 

Le proposte, individuali o collettive, saranno valutate dai Curatori, in funzione della loro corrispondenza con l’impostazione del Rapporto, con l’indicazione del prodotto editoriale in cui – eventualmente – ne indirizzanno il collocamento, richiedendo in caso integrazioni e/o approfondimenti.

La riflessione sull’abitare sarà focalizzata sul contesto contemporaneo, promuovendo la problematizzazione e l’analisi critica del tema, privilegiando una prospettiva critica che cerchi di contenere l’approccio descrittivo e la ricostruzione storica.

Sulla base delle indicazioni della curatela, che indirizzerà nello specifico la redazione dei capitoli del rapporto, i contributi potranno essere collocati nei seguenti prodotti editoriali:

La Rivista URBANA sarà possibilmente oggetto anche di una specifica call, con la collezione di contributi con un maggiore focus sulla dimensione operativa delle pratiche, iniziative, esperienze e casi studio.

I Curatori si riservano di proporre ad autori di contributi diversi su temi affini, già destinati alle riviste WP e/o URBANA, di collaborare per una scrittura congiunta di testi da far convergere nell’elaborazione del XI Rapporto.

 

 TEMATICHE CON INDICAZIONE DI POSTURA

1. I cambiamenti nelle categorie dell’abitare

[POSTURA: Sia a livello nazionale che internazionale emerge la necessità di rispondere al crescente problema abitativo e a una domanda – anche emergenziale – che continua a rimanere insoddisfatta. Nel frattempo si stanno anche moltiplicando e articolando i modi di abitare (pensiamo agli studenti o alle tante forme di abitare temporaneo), tanto da richiedere un cambiamento nelle categorie interpretative e nelle categorie che vengono utilizzate per ripensare le politiche abitative (ad esempio, le politiche sono basate su un’idea di famiglia mononucleare, con figli, eterosessuale, ecc.; trascurando tutti i problemi di genere)]

2. La governance multilivello delle politiche abitative

[POSTURA: Affrontare adeguatamente le politiche abitative significa agire a diversi livelli della pubblica amministrazione, con diversi ordini di competenze e azioni, e sviluppando un coordinamento tra i diversi livelli e tra i diversi uffici e settori all’interno dello stesso livello. In particolare, bisogna sviluppare una governance multilivello tra Comuni, Regioni e Stato, recuperando il ruolo rilevante che hanno o dovrebbero avere le Regioni e dando respiro al livello locale che altrimenti è schiacciato dalla pressione dei problemi. Questo è tanto più necessario se si vuole sviluppare l’integrazione delle politiche. Inoltre, bisogna sapersi coordinare con gli altri operatori che operano nel campo, come tutti quelli del Terzo Settore. Infine, si deve porre l’accento sulla necessità della ripresa di un’attività di programmazione. Un ultimo punto riguarda le implicazioni per la pianificazione urbanistica, che non sempre vengono tenute in considerazione]

3. L’integrazione delle politiche abitative col sociale

[POSTURA: Non si può non avere un approccio integrato alle politiche abitative, che non riguardano solo la casa, ma un complesso di aspetti che spesso attengono alle politiche sociali, ma più in generale alle dimensioni sociali: servizi, spazi di socialità, accompagnamento ai percorsi di autonomia, accompagnamento alla gestione collettiva dell’abitazione, rapporti con la scuola e con il contesto territoriale, lotta alle disuguaglianze, riappropriazione degli spazi, ecc.]

4. L’integrazione delle politiche abitative con la rigenerazione urbana e la promozione dei quartieri

[POSTURA: La dimensione integrata delle politiche abitative deve riguardare fortemente il rapporto con il contesto urbano e territoriale di riferimento, che sono motivo spesso delle disuguaglianze urbane. Essa deve quindi trovare integrazione con le politiche urbane in senso più ampio, anche all’interno degli strumenti di programmazione e delle politiche, come nel caso disatteso del PNRR]

5. Casa, lavoro e redditi

[POSTURA: Come si ripete più volte e in più contesti bisogna occuparsi insieme di “casa e lavoro”. Al di là delle richieste e delle esigenze che emergono fortemente dai territori, l’accesso alla casa dipende fortemente dalla disponibilità di un reddito adeguato e quindi di un lavoro adeguato. Queste dimensioni sono quindi strettamente interconnesse e vanno curate adeguatamente, per poter parlare di affordable housing. Il problema della precarietà urbana investe allo stesso tempo la precarietà abitativa e la disoccupazione o la precarietà lavorativa. Spesso l’una è causa (o è connessa) all’altra. Il nodo centrale è la crescente precarietà urbana]

6. L’abitare dei soggetti fragili

[POSTURA: Sempre più, l’attenzione si rivolge alle categorie di soggetti più fragili – come gli homeless – che richiedono un intervento più articolato e complesso, che pretende integrazione e accompagnamento, come mostra chiaramente il programma housing first, di cui si può tracciare un primo bilancio. Si tratta di un problema dentro il problema. Qui si richiamano le riflessioni di Antonio Tosi sulle politiche abitative pubbliche “molto sociali”. Il tema rimanda poi alle modalità di affrontare la marginalità urbana. La questione degli homeless e delle politiche abitative per soggetti fragili e/o in contesti di marginalità è interessante non solo e non tanto perché si occupa di categorie che richiedono un’attenzione prioritaria e speciale, ma anche – se non soprattutto – perché costruisce una modalità di intervento che costituisce un modello più in generale, per adeguate politiche abitative integrate]

7. Oltre la casa

[POSTURA: Affrontare le politiche abitative significa affrontare anche la gestione del mercato immobiliare e, in particolare, il mercato dell’affitto con i disastrosi effetti legati alla gentrificazione e diffusione di Airbnb, affitti brevi e altre economie di piattaforme. Bisogna valutare gli effetti sui quartieri e sulle condizioni di vita degli abitanti (comprese espulsioni, sfratti, ecc.). Anche su questo molte politiche possono essere fatte, anche mettendo a valore esperienze e strategie coltivate all’estero, in una dinamica complessiva di riappropriazione della città e di cura dei contesti di vita. Un’attenzione particolare deve poi essere rivolta alle forme di “abitare collaborativo”]

8. La finanziarizzazione delle politiche abitative

[POSTURA: il problema della finanziarizzazione non investe solo del mercato della casa, ma è un oggetto di interesse, orientamento e problema delle stesse politiche abitative]

9. I pro e contro delle strategie e delle politiche nel contesto europeo

[POSTURA: Problematizzare come in UE vengono trattate le politiche per la casa; attualizzare una lettura delle retoriche tipo la transizione ecologica, la dimensione della sostenibilità e del rinnovamento energetico degli edifici, New Eu Bauhaus; valutare se le difficoltà che incontrano le politiche abitative riguardano anche altri Paesi – come sembra – e costituiscono un fatto strutturale o meno]

10. Abitare collaborativo

[POSTURA: Un terreno su cui stanno convergendo diverse iniziative innovative è quello dell’abitare collaborativo, declinato in diversi modi, dal tradizionale cohousing ai condomini solidali alle forme di accoglienza, ecc., tutte forme che vanno ben al di là dell’edilizia residenziale sociale, o social housing “all’italiana”. Alcuni Comuni, come Bologna, stanno sperimentando forme pubbliche di cohousing. Vi sono interessanti iniziative nel mondo cooperativo e nel privato sociale. Vi è un’interessante apertura a categorie di persone generalmente non considerate. Si tratta di esperienze che valorizzano la socialità, la solidarietà, la collaborazione, l’accompagnamento sociale, andando oltre la sola fornitura di un servizio. A partire dalle prime esperienze è possibile una prima valutazione critica di questa prospettiva]

11. Agenzie sociali per la casa

[POSTURA: Le agenzie sociali per la casa sono oggi un tema di grandissima attenzione ed una delle strade percorribili per affrontare la questione. Può essere ricostruito un bilancio delle esperienze più interessanti, ma anche un quadro delle problematiche e dei limiti che si incontrano nella loro attuazione. In particolare, deve essere discusso un modello che le riduce ad un semplice soggetto di intermediazione o di negoziazione tra il mercato privato ed alcune esigenze emergenti (tendenzialmente, a tutto vantaggio del privato), a favore invece della costituzione di soggetti operativi in grado di programmare e gestire azioni complesse, adattandole alle specifiche situazioni emergenti e alla varietà dei casi che si possono affrontare]

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Per saperne di più,

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